Prendendo le mosse dal titolo di una famosa lirica leopardiana “La quiete dopo la tempesta”, mi chiedo e chiedo se, dopo la tempesta del Covid-19 o, più in generale, dopo ogni tragedia, sia possibile un ritorno alla vita normale di prima.
È vero, ci sono stati nella vita di ciascuno di noi momenti in cui tutto è sembrato crollare; poi, come quasi sempre è successo, passato il temporale, è ritornato il sereno e la vita ha ripreso a scorrere come prima, forse meglio di prima, avendoci le disgrazie insegnato ad essere più guardinghi, più prudenti e più altruisti, e avendoci fatto comprendere ed apprezzare i grandi valori della solidarietà e della responsabilità.
Così è stato, per non andare molto lontano, per la tragedia dell’11 settembre 2001; ma così è avvenuto e avviene anche per le tragedie personali e per i tanti disastri naturali che hanno duramente colpito il nostro Paese.
Anche questa “nottata” passerà, ne sono certo, per cui non dobbiamo in alcun modo pensare che tutto sia irrimediabilmente perduto e che non si possa far nulla per risalire la china. Non è stato e non è così!
Dobbiamo al contrario, soprattutto di fronte ai mali e alle disgrazie che ci colpiscono anche direttamente, trovare il coraggio per reagire e per andare avanti; non dobbiamo mai rassegnarci o arrenderci; dobbiamo invece resistere.
D’altra parte, come potremmo rassegnarci o rimanere indifferenti ed insensibili di fronte alle tante nefandezze che sconvolgono il nostro territorio; di fronte all’insorgenza del terrorismo e della violenza nelle sue varie forme; di fronte alle minacce e al pericolo, mai del tutto scongiurato, di nuovi e aberranti olocausti.
Certo, su tematiche, come quelle sopra citate, è più facile parlare che dare risposte risolutrici; e tuttavia non possiamo e non dobbiamo accantonare questi problemi solo perché non ci riguardano o non ci toccano da vicino, perché è proprio di fronte alle sciagure e alle avversità che si temprano gli animi forti, si trovano e si provano gli amici e si manifesta “la nobilitate” dell’uomo.
Come scrive il Leopardi ne “La ginestra”: “Nobil natura è quella […] che grande e forte mostra sé nel soffrir”.
Ed è proprio di fronte ai mali della vita, alle guerre e alla furia della Natura che “si parranno” la grandezza e la forza morale, le quali sono dentro, non fuori di noi in spazi metafisici, e che non dovremo mai perdere.
Al tempo stesso, dovremo trovare una durevole forma di resistenza contro la presenza eterna del male e contro le avversità che fatalmente si ripresenteranno nel corso della nostra vita.
Certo, la felicità che noi instancabilmente inseguiamo, non esiste; essa è al di là del muro, sulla sommità del quale, per dirla con Montale, sono conficcati “cocci aguzzi di bottiglia”.
E tuttavia, pur nella consapevolezza delle difficoltà e degli ostacoli che renderanno aspro e travagliato il nostro cammino, non dovremo mai cessare di tentarne il raggiungimento.
Saremmo solo dei cinici o degli imperdonabili egoisti se ci limitassimo ad affermare candidamente: “Après nous, le déluge”! Vorrebbe dire che pensiamo soltanto al nostro “particulare” e che non abbiamo ideali da affermare o da difendere.
Sono invece sicuro che, facendo leva sullo spirito di sopravvivenza che è proprio della nostra essenza, e utilizzando al meglio gli strumenti che la Scienza ci ha messo a disposizione, riusciremo a vincere la battaglia contro l’attuale flagello del Covid-19 e contro tutte le avversità, dalle quali -sono altrettanto convinto- trarremo nuova forza per affrontare con rinnovato coraggio, con uno spirito nuovo e “senza mai riposare” (dalla lirica “Alla nuova luna” di S. Quasimodo) la fatica di vivere.
Caro Pino, sai bene che mi riesce difficile scrivere…. Il tuo articolo veramente incoraggiante!!! Ma ci sono alcuni aspetti che a mio modesto parere non sono da trascurare. Ho notato nelle persone la mancanza di educazione civica con conseguente aumento di egoismo. Ognuno pensa a se stesso senza il rispetto verso l’altro….manca cultura già da tempo!!! La pandemia dovrebbe unirci tutti con l’obiettivo di combatterla e non di agire secondo le proprie esigenze. Esigenze a mio avviso che, singolarmente valutate, possono aspettare….Ricordiamoci sempre che ci sono state guerre, pandemie ecc….superate con difficoltà è vero, ma sicuramente con atteggiamenti più coesi e soprattutto con sentimenti reciproci. Le istituzioni purtroppo non hanno la capacità di cambiare l’attuale ignoranza perché sono loro stessi ignoranti! Non è facile gestire i sentimenti in un mondo sempre più egoista!! La realtà è triste soprattutto per noi che abbiamo sempre creduto nei valori, valori che oggi purtroppo non riusciamo più a trasmettere! Continua a scrivere perché ti fa onore farlo, per non dimenticare che la cultura, per pochi, ma esiste!!! Caro abbraccio
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Cara Anna, ti ringrazio di cuore per il tuo bellissimo commento frutto di una sensibilità e di una finezza davvero eccezionali.
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Certo, dopo le grandi tragedie si ricomincia, ma nulla è più come prima: le guerre, oltre ai morti e ai mutilati e alle persone scosse nella psiche portano cambiamenti politici e sociali importanti; per rimanere a un esempio recente, dopo l’11 settembre il mondo non è più stato lo stesso, lo dico senza retorica: più terrorismo, più guerre, più regole da osservare… e così sarà anche dopo la pandemia.
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Sono d’ accordo con te che “dopo le grandi tragedie nulla è più come prima”; ma potrebbe essere anche meglio di prima, non ti pare? Grazie, ad ogni modo, del commento.
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Speriamo!
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